Febbraio 2012: da due mesi si sono chiuse le ricorrenze per il 150° dell’unità d’Italia.
Nessuno, fra autorità, enti, gruppi o persone si è ricordato che vent’anni prima un sogno era diventato progetto ed il progetto una realtà.
E’ come se il “Sentiero Italia” non esistesse più, il suo filo ideale si è spezzato scavalcato dall’immediato, dall’approssimativo e da un quotidiano vissuto solo in superficie che della storia non sa cosa farsene.
Si parla di turismo, di incentivazione, di valorizzazione, di conservazione dei valori e delle tradizioni peculiari di un territorio, ma non ci si ricorda più del passato e di azioni semplici ma sincere come quella che ha dato il via a questa grande iniziativa, della quale, anche se in margine, ho fatto parte.
A volte non riconosco più i tempi, i momenti e gli ambiti nei quali vivo!
30 aprile 1989: Assemblea dei Delegati a Gardone, una proposta.
12 gennaio 1991: Una de libera del Consiglio Centrale.
Due date …. Nasce la Commissione Centrale Escursionismo (CCE) e ne viene eletto presidente Teresio Valsesia, giornalista e profondo conoscitore di usi e costumi delle genti alpine.
Contemporanea è l’approvazione della Convenzione CAI con “Sentiero Italia: Associazione alla cui presidenza troviamo Riccardo Carnovalini.
“Lo Scarpone” titola: “Un evento storico, ed ancora “Rivincita dell’Escursionismo”
Al di là dei titoli eclatanti: soddisfazione per molti ed anche, come vedremo, molto lavoro per il futuro. Scopo fra i principali della CCE è la formazione di accompagnatori e intento della convenzione (cito testualmente):
“Operare congiuntamente per il coordinamento del progetto Sentiero Italia, individuandone gli itinerari e le infrastrutture, predisporre la relativa documentazione unitamente alla necessaria promozione”.
Bergamo mi propone come componente: la mia nomina passa. Sono accompagnatore Nazionale ed arrivo dalla Scuola di Alpinismo Giovanile (AG): la prima che ha parlato di “Progetto Educativo”, di dinamica di gruppo, di gioco ed ha affrontato l’arduo compito della formazione di accompagnatori , mi si consenta il termine “didattici” oltre che giustamente tecnici.
La mia funzione è di collegamento , di tramite , fra AG e CCE; sono fortunato: due discorsi nuovi in un contesto secolare … il camminare!
I compiti della CCE sono onerosi, il tracciato nazionale richiede un progetto il più possibile omogeneo e per attuarlo occorrono: tempo, idee semplici e razionali, accordi con persone, con enti ed associazioni, ma soprattutto una conoscenza personale del territorio.
Formare accompagnatori significa scegliere una nuova filosofia. Proporre l’escursionismo a fasce di persone che non lo conoscono vuol dire interessarle e questo può accadere solo attraverso strutture valide con l’aiuto di personale qualificato. Si vuole insegnare agli escursionisti l’escursionismo? No! Si vuole scavalcare la figura della guida? No! Si vuol sostituire la figura del capogita tradizionale che magari riesce ad accompagnarti in sicurezza sul Monte Bianco? No!
Il Sentiero Italia non è una vetta e la figura del “nuovo accompagnatore” è quella della persona che conosce il proprio territorio non solo geograficamente. La storia, la cultura e le tradizioni saranno il suo principale bagaglio. Il Sentiero Italia è sopratutto Storia. Se mi è concesso un parallelo, direi che la vita dell’uomo è sì un cammino, ma nel passato, nella Storia, non lo è stato solo metaforicamente. L’atto del camminare ha significato per millenni e per tutti i popoli vivere e sopravvivere. La caccia, il combattimento, l’occupazione di nuovi territori, la fuga dinnanzi a nemici, a calamità naturali, a carestie , tutto si è espresso tramite la semplice funzione del camminare. Tutto ha lasciato una traccia, a volte invisibile, ma fitta e sempre purtroppo molto spesso trascurata o semplicemente non conosciuta.
Questa traccia ha un nome ed è piena delle fatiche, dell’ardimento e dell’intelligenza dei popoli. La Storia è l’anima del Sentiero Italia. Ma Storia non è solo sinonimo di guerra; il commercio, il pellegrinaggio, i viaggi dei fedeli nei luoghi santi, le strade che conducevano ai santuari e li collegavano fra loro: furono le prime grandi vie di comunicazione internazionali dell’Europa Medioevale. Esse toccavano grandi città e piccoli centri, nelle zone disabitate i monaci hanno costruito abbazie ed ospizi.
Il Sentiero Italia è anche questo: una porta aperta all’Europa.
Il patrimonio storico e culturale italiano è immenso: il Sentiero Italia rappresenta l’emozione di riscoprire queste cose. Prendiamo come esempio la Liguria. Nella caverna delle Arene Candide presso Finale si dissotterra un cranio ornato di conchiglie: questo ritrovamento ci porta nella Preistoria. Viaggiatori fenici e cartaginesi citano il nostro territorio nei propri resoconti, come pure i greci Posidone (scienziato eclettico) e Strabone (geografo). Si hanno guerre di conquista romano/liguri: siamo prima di Cristo. Nell’entroterra troviamo paesini arroccati: si tocca con mano l’emblematico medioevo.
Nemmeno la coltivazione per eccellenza di questa terra, quella dell’ulivo, sfugge a tale legge. L’ulivo è originario di terre lontane: Pamir e Turkestan, se ne è ritrovato un esemplare fossile a Gabbro: Miocene Superiore.
Nel 2500 a.C. il codice babilonese di Hammurabi ne regola il commercio, è coltivo a Creta: età Minoica. Gli scavi del Palazzo di Mallia mostrano come i magazzini di stoccaggio potessero contenerne fino a 80.000 hl d’olio: il fabbisogno non superava i 2.000 e lo vediamo raffigurato anche su monete greche.
Il Semiero Italia in questo caso “L’Alta Via”è un viaggio ed un intreccio fra luoghi, genti, secoli, fatiche dell’uomo ed uno spettacolo della natura: i terrazzamenti di Briga Alta, l’aristocrazia (le famiglie dei Doria o dei Lomellini), gli incantevoli scorci del Monte Carmo: la Corsica ed il gran concerto dal Monviso al Rosa.
Il Sentiero Italia rappresenta anche la Storia Minore: i percorsi della transumanza, le vie del sale, gli itinerari di scambio fra Alpi e Appennini, la visita a resti di antiche abbazie a vestigia di fortezze, l’incontro nelle valli secondarie con testimonianze di culture poco note.
Sentiero Italia significa anche renderci conto del grande isolamento in cui hanno vissuto e vivono tuttora interi borghi alpini ed appenninici: nell’entroterra di Canossa le prime strade sono apparse nel dopoguerra.
Il Sentiero Italia non è un percorso di “conquista” ma di riavvicinamento alle proprie origini, ai tempi ed ai ritmi del passato, l’allenamento qui non serve per raggiungere, ma per incontrare ciò che è a misura d’uomo o lo è stato per centinaia di anni: la vita nella natura, ma non solo. Il Sentiero Italia è un itinerario da mare a mare: Olbia (Sardegna), Punta Sottile (Friuli Venezia Giulia).
Questo percorso è anche economia, valorizzazione, utilizzo del le risorse di montagna non speculativo, ma rispettoso dei valori naturali ed umani e protezione della rete storica dei Sentieri legati alla tradizionale attività agropastorali.
Il Sentiero Italia: 6000 km di percorso. Il Sentiero Italia è anche in sintesi la frase di Marcel Proust: … Il viaggio di scoperta non consiste nel cercare terre nuove, ma nell’avere nuovi occhi … Auguri!
IL PERCORSO
È da notare innanzitutto che la mancanza di tradizione escursionistica penalizza fortemente le regioni del sud e le isole. Per molte di esse infarti non esiste cartografia adeguata e sono pochissimi di conseguenza i percorsi segnalati: questo non significa peraltro che le Sezioni del CAI delle zone in questione siano meno attive, occorrerà al riguardo avere maggiore scambio con esse. La riunione che ha preceduto il Convegno Nazionale dei Delegati di Verona ne è la conferma.
La Sardegna purtroppo non è caratterizzata da una distribuzione montuosa uniforme, si è deciso comunque una direttrice: la Olbia-Cagliari attraverso vari gruppi montuosi: Gallura, Supramonte, Gennargentu, Gerrei e Serrabus, mentre Madonìe, Nebrodi e Peloritani costituiscono una soluzione di continuità migliore per la Sicilia: si prevedono 34 tappe per complessivi 575 km.
La Calabria presenta uno stretto connubio fra mare e territorio alpino (90% dell’intera area). Il Parco Nazionale del Pollino, della Calabria e dell’Aspromonte sono un buon biglietto da visita, il percorso si svolge su sentieri e strade forestali , spesso in ambienti solitari e lontani da punti di appoggio. La direttrice più veloce fra Calabria e Campania prende avvio da Cropani e termina a Lago Negro, interamente percorso e descritto sfiora tuttavia la Basilicata. È stato così identificato un itinerario lungo l’intera catena dell’Appennino Lucano, che deve essere comunque verificato.
L’Abruzzo si presenta con una estesissima rete di sentieri: 2000 km. Il territorio è prevalentemente montuoso, una simile morfologia montana , cita la guida … da origine ad un vastissimo sistema di strutture paesaggistiche, di emergenze ambientali e di peculiarità naturalistiche, mentre il secolare rapporto uomo-montagna, ha prodotto una notevole varietà di testimonianze antropiche … La conformazione morfologica del territorio e provvedimenti di tutela ambientale, costringo ad una diramazione di itinerari.
La direttrice principale attraversa il Parco Nazionale d’Abruzzo per dividersi a Pescasseroli in due tratti , si hanno 50 tappe per uno sviluppo complessivo di 500 km.
Il Lazio è regione di storia, Annibale dal Trasimeno a Canne ecc. Eremi e abbazie un po’ dovunque, ma è anche regione di monti, un’ampia porzione del Parco d’Abruzzo si trova in territorio laziale, la tutela dell’ambiente ha detto la sua con il Parco Regionale dei Simbruini, la riserva naturale del Monte Navenia ed i progetti del parco dei Sibillini, Reatini ed Enici: esistono guide e carte.
In Umbria e nelle Marche é stato individuato un itinerario fra Forca di Presta e Bocca Trabaria, anche se nel 1988 la regione Umbria ha presentato un progetto che dimentica completamente le Marche: è auspicabile quindi un incontro fra Associazioni ed Enti Pubblici.
GEA è sinonimo di Toscana, 400 km da percorrere in 25 giorni. La sicurezza dell’escursione è garantita dall’intervallarsi costante e ben visibile dei segnavia bianco-rossi. Dello spirito con il quale occorre accostarsi a questi tragitti ho già parlato, come ho già accennato alla Liguria. Il suo spartiacque è percorso dall’Alta Via, da Ventimiglia a Ceperana, 440 km, il Sentiero Italia ne prevede 330 con 17 tappe.
Il Piemonte e la Valle d’Aosta, seppur indiscutibilmente di tradizione, hanno dovuto risolvere un problema non indifferente, i rifugi sono in quota, gli albergatori si presentano poco propensi ad ospitare escursionisti per una sola notte e molti paesi sono privi di qualsiasi struttura recettiva, sono stati così realizzati nuovi posti tappa con letti a castello e cucina. L’itinerario si sviluppa in gran parte sulla GTA.
In Lombardia il Sentiero Italia si sdoppia in una direttrice settentrionale ed una meridionale, entrambe hanno in comune il tratto da Maccagno (Lago Maggiore) a Como (Sentiero Confinale). Da Como la prima direttrice raggiunge il Passo dello Stelvio (una variante si ricongiunge con il Passo del Tonale). La seconda conduce al Passo del Tonale per collegarsi con il Sentiero della Pace Trentina. Il tragitto meridionale è il più diretto ed utilizza il Sentiero delle Orobie Occidentali, Centrali, il Sentiero naturalistico A. Curò e l’Alta Via dell’Adamello. L’ottima qualità cartografica e segnaletica premia l’operatività bergamasca.
L’Alto Adige ci porta in 16 tappe dallo Stelvio al Rifugio Boè al Sella, l’intento è quello di mostrare gli aspetti storici ed artistici della provincia. Il Trentino si presenta con il Sentiero della Pace, Passo del Tonale, Rifugio Boè, 450 km suddivisi in 28-30 tappe: all’escursionista si richiede oltre alla fatica fisica anche il coraggio di confrontare la propria quotidianità con la testimonianza di un non lontano e tragico evento.
Il Veneto ingloba gran parte Alta Via delle Dolomiti N°. 9, schematicamente : Rifugio Boè, Passo di Campolongo, Rifugio Pralongià, Passo Valparola , Rifugio Lagazuoi, Rifugio Pomedes, Cortina d’Ampezzo, Rifugio Sonforca, Rifugio Col de Varda, Rifugio Fonda Savio, Rifugio Auronzo; a questo punto il Sentiero Italia lascia il N. 9 e si porta al Rifugio Comici, raggiunge il Passo Monte Croce Comelico, attraversa la Val Digon e Visdende, risale al Rifugio Sorgenti del Piave e si collega al Rifugio Calvi con la traversata Carnica.
Friuli Venezia Giulia è sinonimo di confine Austriaco ed Jugoslavo sino alle colline del Collio, queste zone hanno vissuto l’epoca più intensa nella prima Guerra Mondiale, scontri fra soldati di diverse nazionalità per conquistare e mantenere qualche cumulo di sassi o qualche arida dolina.
Superato il Carso lungo il sentiero N° 3 si giunge nella Valle Rosandra alla piana di S. Dorligo e superati gli ultimi colli si giunge a Muggia ed al Mare di Punta Sottile .