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Etnografia

I ragazzi osservano

Le gite dell’Alpinismo Giovanile comprendono diversi aspetti che indubbiamente servono per mettere in contatto i ragazzi con l’ambiente; questo vale sopratutto per i ragazzi della città che non sono mai a contatto con certe realtà e  sono utili per abituare i ragazzi stessi alla comunicazione fra persone che magari incontrano per la prima volta. Sicuramente nelle escursioni ci si deve divertire e svagare anche perché i giovani con la scuola hanno il loro bel carico di lavoro che si traduce in  pressione psicologica da scaricare nel migliore dei modi. Ma vi è anche un altro aspetto da considerare ed è rappresentato dal fatto che durante lo svolgimento di una gita i ragazzi possono imparare e sopratutto imparare ad osservare. Se si trasmette loro un messaggio nel modo corretto è semplicemente una gioia per chi li accompagna vederli attratti da quanto si dice e questo vale anche per quelli che magari a scuola sono un poco più “esuberanti” della media. Basta individuare l’argomento giusto ed il modo di proporlo, si può inventare ad esempio un gioco o raccontare una storia rendendoli partecipi ed ecco che la gita si trasforma: accade quasi sempre. I motivi di interesse non mancano mai. Per la gita al Castel Regina le tematiche erano di carattere storico, legate sopratutto agli ambienti attraversati o limitrofi al percorso stesso. Ricordiamo Zogno con i suoi tre musei, la strada “Taverna” che porta a San Antonio Abbandonato, le costruzioni in pietra di Catremerio, i roccoli disposti sul  crinale oppure le leggende legate al Castel  Regina. Anche per la Costira dell’Albenza gli spunti non sono mancati, sopratutto quelli geologici: infatti, e sono pochissimi quelli se ne accorgono, si attraversano veri e propri banchi fossiliferi depositatisi milioni di anni fa e sicuramente affascinante è la Grande Piega appunto dell’Albenza : un enorme stato calcareo ripiegato su se stesso dalle immani pressioni della Terra, far immaginare ai ragazzi come questo sia potuto accadere vuol dire far toccare con mano ciò che letto su di un libro può quasi essere noioso. Ma vi sono altri spunti taluni ancora di carattere geologico, altri con tema storico o di pertinenza botanica come il grande castagno della Roncola che a guardarlo sembra una foresta ma che in realtà è un sol ceppo millenario. Una delle ultime gite si è svolta in Val Taleggio, raggiungendo Artavaggio da Avolasio e ritornado dal Culmine. Giornata stupenda, innevata,  con un tema tecnico: riuscire a progredire con le ciaspole affittate per l’occasione. Tanto sole, tanta allegria qualche perplessità all’ avvio con quegli strani strumenti ai piedi,  ma tutto si è svolto per il meglio. Le spiegazioni di contorno sono state fornite durante le soste, mentre ci si aspettava. Le bacche di una rosa canina hanno dato lo spunto per parlare di alimentazione nella preistoria, due bellissimi abbeveratoi in pietra hanno introdotto l’argomento dell’ architettura del tutto particolare in questa della valle e dell’allevamento, un roccolo ci ha riportato al  tema dell’alimentazione ed anche se non si vedevano si è parlato dei cippi di confine posti per porre fine alle eterne diatribe fra Milano e Venezia.  Altri spunti di carattere geologico lo hanno dato i massicci calcare del Resegone e delle Grigne alle quali è legata un’antica leggenda: ma la soddisfazione per chi accompagna e la voglia di ascoltare da parte di questi giovani escursionisti si à manifestata e concretizzata in una semplice ed innocente richiesta: possiamo  ascoltare un’altra storia? e questo mentre lo stomaco incominciava a reclamare i sui diritti.

Basta poco per trasformare una gita e questo vale naturalmente anche per gli adulti.

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